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The Life of Chuck: la meraviglia dell'essere al mondo

A cinque anni di distanza da Doctor Sleep (2019), l'affermato regista Mike Flanagan con The Life of Chuck torna ad adattare per la terza volta un'opera letteraria del re dell'orrore Stephen King, dopo il già citato sequel del film di Shining (1980) e Il gioco di Gerald (2017). Cosa dobbiamo aspettarci da questo nuovo adattamento?



The Life of Chuck: di cosa parla?

Charles Krantz (Tom Hiddleston)
Charles Krantz (Tom Hiddleston)

Tratto dall'omonimo racconto The Life of Chuck, facente parte della raccolta Se scorre il sangue (2020), il film, diviso in tre atti in ordine inverso, descrive la parabola di Charles Krantz, uomo comune che assurge a sintesi dell'umanità intera. Tre atti, tre storie, lo stesso uomo a farne parte in diversi momenti della sua vita. Un storia apparentemente ordinaria, ma in realtà magica, che narra l'arco vitale dell'esistenza dell'universo racchiusa in un singolo, piccolo, ma meraviglioso uomo.


Sono vasto, contengo moltitudini

Albie Krantz (Mark Hamill) in una scena del film
Albie Krantz (Mark Hamill) in una scena del film

Basterebbe questo verso, tratto dalla poesia Canto di me stesso del poeta americano Walt Whitman, a fornire la chiave di lettura di questo splendido film, capace di restituire grande dignità al toccante e poetico racconto di Stephen King. Perché King non è solo uno scrittore dell'orrore, come tutti sono abituati a pensare, ma anche un grande poeta americano, che nei suoi racconti ha saputo convogliare lirismo e romanticismo come pochi scrittori nell'era moderna in America.


In The Life of Chuck, la vita di un uomo comune e ordinario, identica a quelle di molti altri, diventa il simbolo del Carpe diem oraziano, del cogliere la vita e le sue sfumature in ogni singolo istante, dell'abbracciare ogni giorno come se fosse l'ultimo. Basta a poco Tom Hiddleston, la cui presenza sullo schermo è davvero risicata, a rendere il personaggio di Chuck memorabile e d'impatto, in una sequenza di ballo che, negli anni a venire, verrà sicuramente ricordata; un ulteriore testimonianza cinematografica di come la danza e la vita vadano a braccetto, e di come la prima sia espressione viscerale dell'energia e del magma che ribolle nel nostro vissuto.


Mike Flanagan, che doveva risollevare le sue sorti cinematografiche dopo il discutibile Doctor Sleep, è riuscito a rimettersi sul binario giusto, scegliendo stavolta non la via dell'orrore, ma dello slice of life, tornando in splendida forma sul grande schermo con un film pieno di speranza e di emozione, come il nuovo film anime di Mamoru Hosoda, latore di un messaggio universale commovente e condivisibile da tutti: la vita va presa e apprezzata per quello che è in ogni suo aspetto, bello o brutto che sia.


Il diritto ad essere meravigliosi

Charles Krantz (Tom Hiddleston) in una scena del film
Charles Krantz (Tom Hiddleston) in una scena del film

The Life of Chuck, quindi, è uno di quei film "favola" che si apprezza per la morale semplice e diretta, che afferma con grazia e delicatezza il diritto ad essere meravigliosi, a godere della vita in ogni singolo istante senza aspettarsi di sapere che cosa accadrà domani o tra dieci anni. Perché la vita stessa è incontenibile e si sprigiona in mille modi diversi, al di fuori di tempo e spazio, e anche al di fuori di noi stessi. Perché come Chuck siamo tutti meravigliosi, pieni di memorie, di persone e di luoghi, ricchi di sfumature indefinibili, di angoli oscuri e di oasi di pace.

Perché siamo vasti e conteniamo moltitudini.

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