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La trama fenicia, la recensione: Wes Anderson si rifà accessibile

In occasione dell'uscita nelle sale cinematografiche di La trama fenicia, l'ultima attesissima fatica del regista visionario Wes Anderson, arrivata il 28 maggio 2025, vi proponiamo la nostra recensione approfondita. Conosciuto per la sua inconfondibile impronta visiva, il suo humor sottile e l’attenzione quasi maniacale alla simmetria e alla composizione estetica, Anderson torna sul grande schermo con una pellicola che unisce commedia surreale, spionaggio e dinamiche familiari complesse.


La trama fenicia si inserisce perfettamente nel solco delle sue opere più raffinate e divisive, offrendo una nuova esperienza visiva e narrativa che promette di far discutere critici e appassionati. Il film si propone non solo come una commedia sofisticata e fuori dagli schemi, ma anche come un racconto sull’eredità (in senso affettivo ed economico) e sul valore dei legami familiari.


La trama fenicia: sinossi

Zsa-zsa Korda in una scena di La trama fenicia

Il magnate internazionale Zsa-zsa Korda (Benicio del Toro), sopravvissuto per la sesta volta a un incidente aereo, prende la decisone di ricucire i rapporti con sua figlia Liesl (Mia Threapleton), suora novizia che non vede da ben sei anni, e di lasciarle l'intera totalità del suo immenso patrimonio. Mentre i due cercano di riconciliarsi, gli avversari economici di Zsa-zsa tentano di sabotare il progetto più ambizioso di quest'ultimo, la trama fenicia che dà il titolo al film, costringendo padre e figlia a stringere un'improbabile alleanza e a tuffarsi in un'insolita avventura in giro per il globo.


Una sordida commedia fuori da ogni canone

Liesl (Mia Threapleton) in una scena del film

Presentato in concorso alla +, La trama fenicia si presenta come una sordida commedia spy e d'avventura travestita da finto buddy movie, dotata di umorismo tagliente, infidi intrighi e personaggi, come sempre nei film di Wes Anderson, fuori dalle righe di ogni canone. L'estetica geometrica e perfezionista del regista, unita alla sua personale ricerca dell'assurdo che genera storie e atmosfere irreali fuori dal tempo e contemporaneamente dentro al tempo, non mancherà di affascinare i fedelissimi seguaci andersoniani, consci di assistere nuovamente ad un prodotto audiovisivo unico nel suo genere, capacissimo di dividere, ma incapacissimo di non intrigare chicchessia.


Colpa, redenzione, avidità, amore e famiglia: Wes Anderson mischia tutto questo in un film a tratti frenetico a tratti lento, schematico, ma non eccessivamente autoreferenziale come The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun (2021) e più abbordabile per il pubblico rispetto ad un Asteroid City (2023), non "il grande pubblico", sia ben chiaro, ma pur sempre un pubblico, lo stesso che, probabilmente, nemmeno lo stesso Anderson ricerca.


Un Wes Anderson intricato, ma...


Un frame de La trama fenicia

Wes Anderson, quindi, non è mai facile. Negli anni la sua personale ricerca di stile si è fatta più densa e complessa intellettualmente, richiedendo grandi sforzi allo spettatore. Questa è sia la croce che la delizia di questo regista, che abbandonati i fasti di commedie divertenti e raggiungibili per tutti, come Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore (2012) e Grand Budapest Hotel (2014), con i suoi ultimi lavori si è lanciato in pellicole sempre più criptiche che lasciano un senso di confusione e di smarrimento. Ora, con quest'ultimo prodotto, il Wes Anderson intricato torna ad essere più accessibile, nei limiti che ci si aspetta da lui, e chissà che il suo stile inconfondibile non evolva in futuro in qualcosa di inaspettato.


La trama fenicia è un’opera ambiziosa, che conferma ancora una volta la cifra stilistica inimitabile di Wes Anderson. Chi è disposto ad abbandonarsi al suo universo troverà una pellicola affascinante e stratificata, che merita di essere vista almeno due volte. Una chiusura d’autore, tra ordine e caos, ironia e sentimento. Ricordate che oltre al film di Anderson, al cinema c'è un film dolcissimo e un'altro super adrenalinico!

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