Venezia 82 - Hui Jia (Back Home): un cinema senza vincoli nella sua forma più tecnica
- Tommaso Di Pierro
- 18 set
- Tempo di lettura: 2 min
Direttamente dall'82ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia la recensione di Hui Jia (Back Home), del regista Tsai Ming-liang, presentato fuori concorso.
Hui Jia (Back Home): trama
Le campagne, le strade e le genti del Laos esplorate da Anong, laotiano che ritorna in patria per vedere la sua famiglia.
Un cinema di pure immagini
Nello sviluppo del suo cinema, il regista taiwanese Tsai Ming-liang è sempre andato controcorrente, proponendo uno stile unico che nel corso del tempo si è fatto sempre più illustrativo e anti-narrativo. Questo film non fa eccezione, e ,anzi, ne è la summa, capace di sfrutta il pretesto di un ritorno a casa per esplorare in maniera documentaristica i bellissimi paesaggi del Laos.
Quello di Tsai Ming-liang è l'esempio più puro di cinema come racconto per immagini, progettato con l'intento esclusivo di fare arte per arte, cinema per cinema, dove è la purezza dell'immagine a dominare sullo schermo, scatenando emozioni, sinestesie e sensazioni di ogni genere.
Hui Jia è il cinema che riassume in sé tutta la poetica di Tsai Ming-Liang: un cinema lento, decostruttivo, non ingabbiato nelle convenzioni e libero da qualsiasi schema. L'immagine si fa vivida sullo schermo, trasmettendo stati d'animo di calma e di pace, in uno scenario bucolico ed idilliaco dove la quotidianità rurale ed agreste ha qualcosa ha da insegnare ai ritmi frenetici di ogni giorno.
Hui Jia è quindi il cinema nella sua forma più tecnica, che inquadra, mostra e intanto racconta, senza parole, ma solo illustrando. Una storia ridotta all'osso, piani sequenza fissi e pura luce su schermo. A Tsai Ming-Liang non basta altro per fare il suo cinema, condivisibile da pochissimi, ma che non tradisce mai la sua posizione, esattamente come il film Leone d'Oro di Jarmusch.
Il cinema dell'anima
Hui Jia (Back Home) è dunque il ritorno a casa di un cinema dell'anima che si perde nella luce, nella convivialità, nel mostrare la vita così com'è: come un lento passare di situazioni in cui siamo totalmente immersi senza neanche accorgercene; una sequenza infinita di luoghi di cui siamo osservatori e protagonisti, che viviamo e respiriamo in comunione con gli altri, o da soli, in silenzio, fino a che il giorno non finisce e non bisogna partire di nuovo, verso altre mete.












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