Death of a Unicorn, la recensione: un Jurassic Park con gli unicorni
- Tommaso Di Pierro
- 19 apr
- Tempo di lettura: 2 min
In occasione dell'uscita in sala del film Death of a Unicorn, ecco la nostra recensione. Prima però, partiamo dalla trama: immaginate di essere in macchina e di guidare per una tranquilla strada nel bosco. Nulla può turbare la vostra serenità, a patto che, nella distrazione di un momento, non vi capiti di investire... un unicorno!
È quanto succede a Elliot e Ridley, padre e avvocato il primo, figlia e adolescente irrequieta la seconda, mentre viaggiano per raggiungere la villa di un ricco CEO di un'azienda farmaceutica. Nel momento in cui decidono di portare questo esemplare di unicorno dal ricco magnate, deciso a sfruttare per il proprio tornaconto le proprietà curative del corno e del sangue di unicorno, subiranno conseguenze violente ed impreviste...
Creature fiabesche contro il capitalismo in Death of a Unicorn

L'esordio alla regia di Alex Scharfman è una commedia dell'orrore senza troppe pretese che va presa per il prodotto divertissement che è: un kammerspiel decisamente bizzarro ricco di humor e violenza splatter (un po' come lo è il body horror The Substance) in cui la rivolta di creature fiabesche e leggendarie fornisce un pretesto per criticare l'avidità fuori controllo del capitalismo.
La bramosia dei potenti viene messa alla berlina e sotto scacco e gli unicorni, simbolo religioso di purezza, assumono ora le caratteristiche di giudici e carnefici incarnando un'indole vendicativa che punisce coloro che dimenticano miti e leggende che ci hanno preceduto e che infangano la grazia della natura, rivelata invece a chi è capace di vederla e, soprattutto, coglierla.
Una piacevole sensazione di irrealtà

Con echi evidenti a Jurassic Park (1993), Death of a Unicorn è un film che punta ad un intrattenimento demenziale, ma non totalmente insensato: come prodotto di puro intrattenimento sa esattamente quel che vuole essere e riesce nel suo divertito intento di stupire e sconvolgere. La stravaganza di Death of a Unicon voluta e la sua imperfezione rallegreranno più che creare discordia, lasciando una piacevole sensazione di irrealtà. E ricordate che al cinema c'è ancora l'ultimo film di David Croneneberg.












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